Vi sono domande che non vengono mai formulate esplicitamente, ma che sono insite nel nostro modo di essere. Gli altri ci guardano attraverso il nostro specchio cosituito da ciò che pensiamo di noi stessi. La convinzione appare e traspare insieme all’impegno e alla perseveranza.
Così quando mi chiedono per quale motivo scrivo, so benissimo che non posso fare a meno di scrivere, conosco perfettamente quell’urgenza fisiologica che mi accompagna ormai da decenni, sono consapevole della necessità di dover continuare a scrivere come se questa fosse paragonabile alla necessità di respirare ma, in definitiva, non riesco razionalmente ad attribuire una motivazione a tale esigenza imperativa, cogente.
Vero è che, già prima di saper scrivere, in realtà costruivo racconti, fiabe, novelle dove ero la protagonista positiva di mille avventure diverse.
Wonder Nicoletta interveniva sempre al momento opportuno per salvare il Mondo… che poteva essere costituito da una mamma inferocita dalle birichinate dei figli, da un vestito nuovo malamente strappato per raccogliere le more, da una interrogazione non molto brillante, da un’amicizia finita in soffitta a causa del mio candore imperante.
E nel Nicopensiero i buoni vincevano sempre ed i cattivi ricevevano la giusta punizione; insomma, il bene trionfava comunque.
Questa profonda convinzione mi ha accompagnato nel corso degli anni. Nonostante l’educazione religiosa, malgrado creda fermamente in Dio, non mi è mai bastato pensare che le cose potessero andar bene solo in un mondo ultraterreno, ho cercato di impegnarmi affinchè potessero procedere per il verso giusto anche sulla Terra. Non basta affidarsi alla divina provvidenza di manzoniana memoria, siamo noi esseri umani responsabili di quanto accade quaggiù.
Così, dopo i primi rifiuti ricevuti dagli editori, dopo le delusioni brucianti provate in seguito a qualche colloquio infruttuoso con critici letterari cinici, dopo le amare esperienze avute con giornalisti fedifraghi incapaci di pubblicare un semplice trafiletto senza l’autorizzazione di chi conta, dopo la constatazione ultima che gran parte delle associazioni culturali sono dei circoli chiusi dove il valore non è costiuito dalle capacità letterarie ma dalle decime conferite nelle casse dell’organizzazione, mi sono richiusa in me stessa: se non posso sconfiggere il modus imperandi, lo rifiuto priori (leggasi: politica dello struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia per non vedere che il pericolo c’è, è reale e, molto probabilmente, finirà per mangiarlo!).
Poi ho scoperto internet; questo mondo virtuale dove è possibile raggiungere gli antipodi con un semplice click.
Una vetrina aperta a tutti coloro che sono dotati di buona volontà; dove puoi scrivere e pubblicare quasi di tutto anche se non ti scopi l’editore, anche se non paghi ricche provvigioni, anche se non sei ammanicato politicamente.
Nel WEB-calderone è facile trovare i millantatori, gli imbroglioni, i plagiatori, i ladri di idee ma, d’altra parte, trovi anche molte persone serie, che credono in ciò che fanno, che si impegnano in attività culturali per il semplice amore della comunicazione globale che, in ogni caso, non troverari mai sulle pareti dei musei anche se meriterebbero di essere celebrate, di costituire esempio per coloro che dubitano delle possibilità umane.
Spesso vengo bonariamente derisa per la convinzione, derivata da Kaoru Ishigawa guru del Total Quality Control, che la natura degli esseri umani sia fondamentalmente buona. Non è neanche sufficiente far notare come lo stesso Socrate collegasse cattiveria e ignoranza attribuendo alla conoscenza il ruolo principale nel miglioramento dell’idividuo e, conseguentemente, della società (si potrà rilevare come, a causa delle sue idee, Socrate abbia fatto una fine ingloriosa per di più accusato proprio di quanto andava combattendo).
– Homo, homini Deus – sosteneva Baruch Spinoza e potrei contunuare con dotte citazioni senza trovare, tuttavia, l’impulso definitivo a chiarire da cosa, o da chi, mi derivi la passione per lo scrivere.
Scrivere costituisce forse un bisogno analitico di base dove la velocità e l’inafferrabilità del pensiero umano vengono domate, un esorcismo contro il male che accade indipendentemente dalla nostra volontà e impossibile da affrontare costruttivamente, un’esigenza imprescindibile dove incatenare l’esperienza quotidiana e farne tesoro per il futuro.
Sono consapevole di assumere, agli occhi della gente, il ruolo del paladino senza macchia e senza paura, di calarmi nei panni del giovane Artù che estrae la spada dalla roccia non perchè vuole diventare re, ma perchè ha dimenticato la spada del cavaliere di cui è improvvido scudiero.
In realtà è proprio la paura a spingermi nella ricerca: il timore di non essere all’altezza della situazione, la sottile idiosincrasia per la stupidità individuale che rende le persone imprevedibili, l’avversione innata per il disordine fisico e mentale, la fobia di perdere il controllo degli eventi.
E allora… continua pure a scrivere Nicoletta!
Tenta ancora, invano, di incasellare fatti e persone, di trovare un ruolo alla tua fantasia di bambina ingenua che desidera un mondo migliore e le ha già provate tutte senza riuscirvi. La penna non uccide nessuno se non la usi per calunniare; la penna può aiutarti a sopravvivere meglio quando sei un brutto anatroccolo o un pesce fuor d’acqua; la penna ti consente di addomesticare il trito tran, tran quotidiano; la penna può farti perdere di vista le persone che t’amano; la penna, in fondo, è l’oro degli sciocchi!
PS: le immagini sono state realizzate utilizzando i servizi gratuiti messi a disposizione da Photofunia.com, Bus Slogan Generator, MEonMAG.com.
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